Empire of light

di Sam Mendes, con Olivia Colman, Micheal Ward, Tom Brooke - USA 2022, 119’
mer 10 mag (18.00)
Margate, 1981. Tempi duri per la Gran Bretagna, precipitata nella recessione e scossa da un razzismo endemico. Il cinema è la sola via di fuga. In questa cittadina costiera dell’Inghilterra, l’Empire è però costretto a chiudere due delle sue quattro sale. La vera anima di questo esercizio è la segretaria coscienziosa Hilary (ruolo che Mendes ha cucito addosso a Olivia Colman): alle prese con una precaria salute mentale, naviga a vista tra proiezioni, a cui non assiste mai per eccesso di zelo, e una relazione tossica con Ellis. A cambiare le cose arriva però Stephen (Micheal Ward), un nuovo dipendente che sogna di fuggire da questa cittadina provinciale in cui deve affrontare avversità quotidiane. Sia Hilary che Stephen trovano un senso di appartenenza attraverso la loro dolce e improbabile relazione, e sperimentano il potere curativo della musica, del cinema e della comunità.
Il vincitore dell’Academy Award Sam Mendes (1917, Revolutionary Road, Era mio padre, Jarhead, American Beauty) ha scritto Empire of light durante gli anni della pandemia, periodo in cui è tornato con la mente a indagare la sua infanzia. La squadra di filmmaker comprende alcuni collaboratori di lunga data di Mendes, tra cui la produttrice Pippa Harris e il direttore della fotografia Roger Deakins (1917, Blade Runner 2049, Skyfall, Le ali della libertà).
«Molte persone ritengono che i loro anni più formativi siano stati quelli dell’adolescenza. Ho vissuto la mia tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta: la musica, i film e la cultura pop di quel periodo hanno contribuito in larga parte a formare la persona che ero. Fu un periodo di grandi sollevazioni politiche in Regno Unito, con molte politiche razziali controverse che infiammavano gli animi, ma allo stesso tempo fu un periodo meraviglioso per la cultura in generale: un periodo molto creativo, molto politicizzato e pieno di energia. Il lockdown è stato un periodo pieno di intense riflessioni personali per tutti noi. Ognuno di noi si è trovato a riesaminare la propria vita. E per me, questo significava fare i conti con alcuni ricordi con cui stavo lottando fin dall’infanzia». (Sam Mendes).