The old oak
- Lunedì 27 Novembre 15:30
- Lunedì 27 Novembre 18:00
- Lunedì 27 Novembre 21:00

di Ken Loach, con Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson - Regno Unito 2023, 114’
ven 24 nov (15.30 - 18.00 - 21.00)
sab 25 nov (15.30 - 18.00 - 21.00)
dom 26 nov (15.30 - 18.00 - 21.00)
lun 27 nov (15.30 - 18.00 - 21.00)
’’The Old Oak’’ è un posto speciale. Non è solo l’ultimo pub rimasto in un paesino vicino a Durham, nel profondo nord-est dell’Inghilterra, è anche l’unico luogo pubblico in cui la gente può incontrarsi in quella che un tempo era una fiorente località mineraria e che oggi attraversa momenti molto duri, dopo 30 anni di ininterrotto declino. Il proprietario del pub, TJ Ballantyne, riesce a mantenerlo a stento e la situazione si fa ancora più precaria quando il locale, dopo l’arrivo dei rifugiati siriani, diventa territorio conteso. Stabilendo un’improbabile amicizia, TJ si lega a una giovane siriana, Yara. Riusciranno le due comunità a trovare un modo di comunicare?
’’The Old Oak’’ è il nuovo film di Ken Loach (’’Il vento che accarezza l’erba’’, ’’Io, Daniel Blake’’, ’’Sorry, we missed you’’), un dramma commovente in cui, insieme al fedele sceneggiatore Paul Laverty, il pluripremiato regista inglese continua a lottare per un mondo migliore, e a credere che, al cospetto degli ultimi, il problema sia il sistema economico e la competizione viziata.
«Con ’’The Old Oak’’ volevamo esplorare il vero significato della speranza, che spesso è un concetto molto politico: se hai speranza, maturi la fiducia di poter creare il cambiamento, collettivamente. Se non hai speranza vedi il mondo dominato da leggi immutabili e i nemici sembrano inattaccabili e troppo forti. Subentra la disperazione, momento in cui l’estremismo trova terreno fertile e arrivano i razzismi. Si cercano risposte facili e ci si affida a uomini politici spietati che sembrano avere la bacchetta magica. La prima cosa che abbiamo cercato di fare è stata capire la realtà che ci circondava. Se vivi in quei luoghi, che hanno scontato sulla propria pelle l’abbandono della classe politica, il disinteresse delle istituzioni che li percepiscono solo come un contenitore di tutte le comunità problematiche e in cui le persone vengono collocate senza un progetto di inserimento, né sociale né lavorativo, perdi la speranza. C’è una rabbia enorme, perché ti hanno tolto dalle mani la vita e qualsiasi altra possibilità, anche di un ricollocamento perché non puoi neppure vendere casa per rifarti un’esistenza altrove. Il comune denominatore dei film miei e di Paul è una società basata sul profitto, dove la libertà di mercato viene scambiata per libertà. Sono tutti sintomi di un unico conflitto socio economico. Ciò per cui la gente combatte è la sicurezza e la dignità. La speranza è necessaria per qualsiasi cambiamento, sociale e non. È politicamente essenziale».
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio (aprite il link in un browser esterno a Facebook, altrimenti non visualizzerete i posti disponibili!).