FIGURE DEL ‘900 – CARMELO BENE UN RICORDO!
Giovedì 4 aprile
h.18.00- “Quattro modi di morire in versi: Carmelo Bene legge Vladimir Majakovskij”
h.19.00 – “Bene! Vita di Carmelo, la macchina attoriale”
h.20.00 – Apericena: possibilità di incontro, dialogo, degustazione e ascolto con i conferenzieri
h.21.00 – “Nostra signora dei turchi”
h.18.00 Quattro modi di morire in versi: Carmelo Bene legge Vladimir Majakovskij
Quattro modi di morire in versi è la registrazione televisiva di un progetto che risale al 1960. Nuovofilmstudio propone un dialogo-conversazione, arrichito da alcuni frammenti audiovisivi originali provenienti dagli archivi delle “Teche RAI”, intorno a questa celebre opera-performance televisiva, che Bene completa nel 1980 col “Majakovskij”. Interventi e approfondimenti di Piergiorgio Bianchi (IPOL – Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano) e di Silvano Posillipo (AMP – Associazione Mondiale di Psicoanalisi), introdotti e accompagnati da Roberto “Keller” Veirana. «Il suono rintrona prima ancora che sia scritto. Scrivere il suono mi rende sordo e copre i miei occhi di lacrime». In questo modo Carmelo Bene ci ha indicato il radicamento dell’attore nel linguaggio. Quale affinità lega Bene ai poeti russi della rivoluzione? L’evento rivoluzionario introdotto dalla parola poetica produce lo svuotamento della scena, l’uscita dal teatro dell’io. Non si riduce al messaggio politico, ma è destinato a confliggere coi significati della Storia.
h.19.00
Bene! Vita di Carmelo, la macchina attoriale
di Samuele Rossi
con Filippo Timi, Carmelo Bene, Pietrangelo Buttafuoco
Italia 2022, 54’
Un viaggio nella vita e nell’eredità artistica di uno dei massimi protagonisti culturali del ‘900 e del panorama teatrale italiano ed europeo. L’opera ripercorre cronologicamente la carriera di Carmelo Bene, dall’infanzia in Puglia e la formazione caotica a Roma, dove inizia a scontrarsi con le regole e un teatro asfittico e paludato, fino al periodo delle cantine Romane, frequentate da intellettuali come Arbasino, Pasolini e Flaiano. Infine, le esperienze cinematografiche e le performance indimenticabili, come la lettura di Dante dalla Torre degli Asinelli a Bologna.
h.21.00
Nostra signora dei turchi
di Carmelo Bene
con Carmelo Bene, Lydia Mancinelli, Ornella Ferrari
Italia 1968, 125’
Al protagonista, un febbricitante da sembrare patologicamente irrecuperabile, riaffiora un confuso ricordo di una strage compiuta dai turchi a Otranto. Immedesimandosi in una delle vittime, nell’inconscio proposito di sviscerare se stesso, gli appare una donna, Margherita, la quale, sotto le vesti della Santa Maria d’Otranto, lo tratta con pietosa amorevolezza. Nell’allucinante susseguirsi di ricordi intrecciati con i fatti avvenuti storicamente, il protagonista si ritrova a contatto del suo ambiente, la sua terra, il suo paese. La memoria ritorna a una corsa disperata di un fanatico, durante una festa paesana; a un incontro patetico con il suo editore, con il quale danza un tango. Poi ancora lo sopraffanno i ricordi familiari e infantili: gli appare un monaco, specie di seconda coscienza, con il quale intrattiene un dialogo tra moralistico e culinario. Poi ecco di nuovo il protagonista, in armatura medioevale, entrare in cucina dove si incontra con la serva, con cui ha un rapporto demistificato da schizzi di sugo. In un ultimo incontro, Margherita si allontana da lui, per riassumere, disperdendo gli ultimi fumi della fantasia malata del protagonista, la sua inavvicinabile dignità di santa.”Nostra Signora dei Turchi è un film ‘sui generis’ che utilizza esperienze surrealiste con fantasia sensuale e arguta, applicata in uguale misura alla figurazione visiva e sonora. Certamente è nevrotico, indisciplinato, talora irritante, più vicino all’insalata mista che a un lineare modello di opera d’arte, ma conferma che Bene, sia come attore (…) sia come regista, ha una indiscutibile personalità d’ingordo visionario.”
(Giovanni Grazzini, Corriere della Sera, 4 settembre 1968)
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su